18/07/12

Dieta a ridotto apporto di carboidrati e malattie cardiovascolari

Molte diete finalizzate al controllo del peso propongono un apporto più o meno drasticamente ridotto di carboidrati, spesso associato ad un aumentato apporto di proteine. Ad oggi, tuttavia, non sono state completamente chiarite le conseguenze di questi stili dietetici sul rischio cardiovascolare a lungo termine.
In questo studio prospettico, il pattern nutrizionale di 43.396 donne svedesi è stato valutato al reclutamento mediante la compilazione di appositi questionari; si è stimato in particolare l’apporto di proteine e carboidrati, ed è stato calcolato un punteggio (“low carbohydrate- high protein”, o LCHP), il cui valore (da 1 a 10) costituiva un indice di quanto la dieta fosse sbilanciata verso i carboidrati (valori più vicini a 1) o verso le proteine (valori prossimi a 10).
Durante un follow-up medio della durata di 15,7 anni sono stati accertati 1.270 eventi cardiovascolari (703 casi di ischemia miocardica, 294 ictus ischemici, 70 ictus emorragici, 121 emorragie subaracnoidee e 82 casi di malattia arteriosa periferica). L’incidenza di eventi vascolari è risultata associata alla composizione abituale della dieta: in particolare, una riduzione del 10% dell’apporto di carboidrati, o un aumento del 10% dell’apporto di proteine, o ancora un aumento di 2 punti nel punteggio LCHP, si associavano ad un aumento del rischio cardiovascolare (rapporto tra tassi di incidenza, o IRR, pari rispettivamente a 1,04, 1,04 e 1,05), indipendentemente dalla tipologia dell’evento cardiovascolare stesso.
Questo lavoro mostra quindi che una dieta povera in carboidrati e a elevato apporto proteico si associa ad un modesto aumento del rischio cardiovascolare. Resta invece ancora da chiarire se fonti proteiche di diversa origine possano influenzare in modo differente tale rischio.

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