E’ ormai ben noto che fattori sia genetici e sia ambientali contribuiscono all’andamento, nel tempo, dell’indice di massa corporeo (BMI). In particolare, è ben dimostrato che elevati livelli di attività fisica possono attenuare la predisposizione genetica all’aumento del BMI che si osserva in molte persone, mentre il ruolo delle attività sedentarie su tale associazione è meno chiaro.
Nel presente lavoro è stata valutata l’associazione tra tempo speso davanti alla TV, attività fisica svolta durante il tempo libero e propensione genetica all’aumento ponderale ed il BMI di 7.740 donne e 4.564 uomini appartenenti alle coorti del Nurses' Health Study e dell’Health Professionals Follow-up Study.
I dati relativi all’attività fisica e al tempo speso davanti alla TV sono stati raccolti nei 2 anni precedenti alla misurazione del BMI, mentre la predisposizione genetica (espressa come genetic risk score, o GRS) è stata valutata mediante la valutazione di 32 varianti genetiche che si ritengono associate al BMI.
Analizzando i risultati emerge, sia negli uomini che nelle donne, che l’associazione tra GRS e BMI tende a rafforzarsi all’aumentare del tempo passato davanti alla TV: più precisamente, un incremento di 10 punti del GRS si associa ad un aumento del BMI di 0,8, 0,8, 1,4, 1,5 e 3,4 kg/m2 nei cinque quintili di tempo trascorso davanti alla televisione (rispettivamente 0-1, 2-5, 6-20, 21-40 e >40h/settimana). Al contrario, l’associazione tra GRS e BMI appare più debole all’aumentare dell’attività fisica: l’aumento del GRS di 10 punti risulta infatti associato ad aumenti di 1,5, 1,3, 1,2, 1,2 e 0,8 kg/m2 nei cinque quintili di attività fisica crescente.
I risultati di questo studio dimostrano pertanto che uno stile di vita sedentario può accentuare la predisposizione genetica all’adiposità, mentre elevati livelli di attività fisica possono attenuare tale associazione. (FONTE NFI)

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