24/09/12

Marmellate Zuegg e Hero: 300mila euro di multa per le false scritte "senza zucchero" sulle etichette e nella pubblicità


Zuegg e Hero dovranno pagare rispettivamente 100mila e 200mila euro di multa per aver pubblicizzato le loro marmellate come prodotti alimentari “senza zucchero”. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, con la sentenza dell’11 luglio 2012, ha accolto la segnalazione effettuata dalla rivista Altroconsumo e ha condannato le aziende per l’utilizzo di pratiche commerciali scorrette.

Alla Zuegg sono state contestate le diciture “Senza zuccheri aggiunti” e “Senza zucchero” riferite ai preparati a base di frutta in vendita dal mese di agosto del 2011. Questi claim sono riportati oltre che sulle etichette, anche nella pagina web e nelle campagne promozionali effettuate su mensili e settimanali.

Secondo l’Autorità garante con l’uso di queste indicazioni la Zuegg «intende suggerire il consumo dei prodotti a tutti quei consumatori che hanno una specifica preferenza per prodotti a ridotto contenuto di zuccheri, creando l’impressione che si tratti di prodotti che per la loro particolare composizione siano privi di zucchero o di zuccheri aggiunti, quindi... più leggeri, meno calorici...».
La realtà è un po' diversa, le marmellate sotto accusa contengono succo concentrato d’uva, un ingrediente che grazie all’elevata percentuale di zuccheri svolge la funzione di dolcificante. Sommando gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta con quelli del succo d'uva, i valori nel vasetto lievitano sino al 33 - 38% e si avvicinano a quelli delle marmellate tradizionali.

Scrivere sull'etichetta “senza zucchero” è quindi ingannevole anche fuori norma perché il prodotto supera gli 0,5 g di zuccheri per 100 g, considerato il limite previsto dalla legge per poter inserire questa dicitura sul vasetto e nella pubblicità.

Anche i claim della confetture Hero a ridotto contenuto calorico sono stati sanzionati. Le indicazioni Senza zucchero aggiunto” e “Diet” utilizzate sulle etichette, nel sito dell’azienda e proposte nelle campagne promozionali, sono state ritenute rispettivamente ingannevole e non veritiera.
Come nel caso di Zuegg, anche la confettura Hero Dietcontiene più zuccheri di quelli contemplati per poter apporre il claim “senza zucchero”.
Inoltre il termine “Diet” (analogamente a “dietetico”), risulta in contrasto con il divieto espresso dalla legge europea di utilizzare questa denominazione per un prodotto di uso comune. L'impiego è consentito solo per i cibi destinati ad un’alimentazione particolare previo riconoscimento del Ministero della Salute.

In seguito alle condanne le aziende dovranno eliminare i claim perché ritenuti ingannevoli e responsabili di orientare indebitamente le scelte dei consumatori e pagare le sanzioni.
(Nardi V. Fatto Alimentare


21/09/12

ATTIVITA' FISICA BATTE LA PREDISPOSIZIONE GENETICA AL SOVRAPPESO

E’ ormai ben noto che fattori sia genetici e sia ambientali contribuiscono all’andamento, nel tempo, dell’indice di massa corporeo (BMI). In particolare, è ben dimostrato che elevati livelli di attività fisica possono attenuare la predisposizione genetica all’aumento del BMI che si osserva in molte persone, mentre il ruolo delle attività sedentarie su tale associazione è meno chiaro. 
Nel presente lavoro è stata valutata l’associazione tra tempo speso davanti alla TV, attività fisica svolta durante il tempo libero e propensione genetica all’aumento ponderale ed il BMI di 7.740 donne e 4.564 uomini appartenenti alle coorti del Nurses' Health Study e dell’Health Professionals Follow-up Study. 
I dati relativi all’attività fisica e al tempo speso davanti alla TV sono stati raccolti nei 2 anni precedenti alla misurazione del BMI, mentre la predisposizione genetica (espressa come genetic risk score, o GRS) è stata valutata mediante la valutazione di 32 varianti genetiche che si ritengono associate al BMI. 
Analizzando i risultati emerge, sia negli uomini che nelle donne, che l’associazione tra GRS e BMI tende a rafforzarsi all’aumentare del tempo passato davanti alla TV: più precisamente, un incremento di 10 punti del GRS si associa ad un aumento del BMI di 0,8, 0,8, 1,4, 1,5 e 3,4 kg/m2 nei cinque quintili di tempo trascorso davanti alla televisione (rispettivamente 0-1, 2-5, 6-20, 21-40 e >40h/settimana). Al contrario, l’associazione tra GRS e BMI appare più debole all’aumentare dell’attività fisica: l’aumento del GRS di 10 punti risulta infatti associato ad aumenti di 1,5, 1,3, 1,2, 1,2 e 0,8 kg/m2 nei cinque quintili di attività fisica crescente. 
I risultati di questo studio dimostrano pertanto che uno stile di vita sedentario può accentuare la predisposizione genetica all’adiposità, mentre elevati livelli di attività fisica possono attenuare tale associazione. (FONTE NFI)

20/09/12

FIBRE SALVAVITA

L’esistenza di una relazione tra indice glicemico e mortalità è ormai ben consolidata in letteratura; tuttavia l’associazione tra qualità e quantità dei carboidrati consumati ed il rischio di mortalità totale e per malattie cardiovascolari (CVD) in soggetti diabetici è stata finora poco studiata. 
In questo studio prospettico il consumo di carboidrati, fibre e zuccheri e l’indice ed il carico glicemico della dieta di 6.192 diabetici sono stati messi in relazione con il rischio di mortalità. Durante il follow-up di 9,2 anni sono stati registrati 791 decessi, 309 dei quali dovuti a CVD. 
Il consumo di fibre è risultato inversamente associato al rischio di mortalità totale (Hazard Ratio, o HR, = 0,83) e per CVD (HR=0,76), mentre non è emersa alcuna associazione per carico ed indice glicemicocarboidrati, zuccheri e amido consumati. Il carico glicemico e l’apporto di carboidrati e zuccheri semplici, tuttavia, sono risultati associati ad un aumento della mortalità totale nei soggetti normopeso (HR rispettivamente 1,42, 1,67 e 1,53) ma non nei soggetti sovrappeso (HR pari a 0,93, 0,92 e 0,96). 
Questi risultati dimostrano che un elevato apporto di fibra riduce il rischio di mortalità nei soggetti diabetici; al contrario, il consumo di alti livelli carboidrati e zuccheri e un elevato carico glicemicodella dieta possono aumentare tale rischio, seppur limitatamente ai soggetti normopeso. (fonte NFI)