12/05/08

I genitori influenzano cattive abitudini dei bimbi

Roma - Poco latte, ancora meno verdura e tanti dolci. E' il quadro sull'alimentazione dei bambini che emerge dallo studio condotto dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu', nell'ambito di un progetto sostenuto dalla Regione Lazio-Assessorato alle Politiche Sociali, sulle abitudini alimentari delle famiglie del Lazio (campione composto da 600 nuclei familiari).
Cattive abitudini dove ad avere il ruolo di "esempio" negativo sono i genitori piu' che la televisione.
 I risultati dello studio saranno presentati nel corso del convegno 'La Prevenzione nutrizionale delle patologie cronico-degenerative dell' adulto, in eta' pediatrica, nel Lazio' che si terra' il 13 maggio prossimo a Roma presso la Sala Tevere della Regione Lazio a partire dalle 9.30.
 Che il rapporto tra i bambini e il cibo non fosse dei migliori e' cosa nota. Negli ultimi 10 anni, infatti, l'incidenza di sovrappeso e obesita' ha subito ultimi 5 anni, gli obesi sono cresciuti del 25%. 
Il dato che piu' colpisce e' la tendenza dell'esempio alimentare che si ha in casa, rispetto a quello della scuola, della tv o degli amici.
Se e' infatti vero che il 28% dei bambini assume latte meno di una volta a settimana, la percentuale peggiora negli adulti salendo fino al 35%. 
Spesso una cattiva educazione alimentare del bambino e' 'trasmessa' dai genitori.
 Individuato il fenomeno, grazie allo studio coordinato dall'Unita' Operativa di Dietologia Clinica del Bambino Gesu', e' possibile utilizzarlo per innestare processi virtuosi. 
Mamma e papa' possono essere, infatti, i migliori veicoli di uno stile di vita improntato a una sana alimentazione. 
Il 76,4% dei figli sono per esempio disposti ad assaggiare un nuovo alimento, superando anche le resistenze neofobiche, se lo ha visto mangiare da uno dei due genitori.
Stando sempre ai risultati dello studio del Bambino Gesu' per quanto riguarda i principali pasti quotidiani e' la famiglia a determinare in larga misura le abitudini dei bambini, mentre per le merende o, comunque, per l'alimentazione occasionale, e' la tv a indirizzare pesantemente le scelte e le voglie (piu' del 50% dei casi). 
Tra i prodotti alimentari reclamizzati quotidianamente sul piccolo schermo, sono le patatine (22,9) e le merendine (20,1) a fare maggiormente presa sulle menti dei ragazzi.
 Ma e' forte anche l'impatto di gelati (15,7) e bibite (12,4).

07/05/08

Allergia a noccioline: forse 5 anni per debellarla

New York - Sono sempre piu' numerosi i bambini che soffrono di allergie alimentari; in particolare, quella alle noccioline, una delle piu' comuni e che, al contrario di altre, spesso non regredisce crescendo, colpisce negli Stati Uniti circa l'1% dei minori sotto i 5 anni.
 I casi sono in costante crescita da oltre un decennio.
La soluzione sembra tuttavia piu' vicina, secondo alcuni esperti americani che dicono che una forma di immunoterapia potrebbe presto debellare l'allergia alle noccioline.
 Il Dr. Wesley Burks, esperto della Duke University Medical Center di Durham, North Carolina, scrive sulla rivista medica Lancet: "Fra cinque anni potrebbe essere possibile una forma di immunoterapia, ci sono molti studi in corso".
Si tratta di una terapia che modifica la risposta dell'organismo di una persona da allergica a non allergica. 
Una tecnica in fase di sperimentazione utilizza proteine geneticamente modificate delle noccioline. 
Altri approcci sono ugualmente promettenti, continua Burks, come l'uso di una pianta medicinale cinese, attualmente testata su animali.

02/05/08

Il cacao in gravidanza previene la preeclampsia: merito della teobromina

Via libera al cioccolato in gravidanza, purché sia fondente e ricchissimo di teobromina, un alcaloide che stimola il battito cardiaco, rilassa i muscoli lisci e dilata i vasi sanguigni e che aiuta a prevenire la preeclampsia.
 Lo dimostrerebbe una ricerca condotta da Elizabeth Triche della Yale University di New Haven che ha indagato sui potenziali benefici garantiti dal cacao fondente su 2.291 donne che avevano partorito.
 Alle pazienti è stato chiesto di riferire quanto cioccolato avessero assunto nel primo e nel terzo trimestre di gravidanza e i ricercatori hanno anche analizzato le quantità di teobromina nel sangue del cordone ombelicale. 
Ebbene, le donne che avevano consumato le più elevate quantità di cacao erano anche quelle che avevano partorito bambini con le più alte concentrazioni di teobromina nel loro cordone ed erano le meno esposte al rischio di sviluppare la preeclampsia, un disturbo caratterizzato da un aumento allarmante della pressione sanguigna e da un eccesso di proteine nelle urine.
In particolare, ha spiegato la studiosa statunitense sull’autorevole rivista scientifica Epidemiology, le donne che assumevano cinque o più porzioni di cioccolata alla settimana nel terzo trimestre di gravidanza avevano una riduzione del rischio di preeclampsia pari al 40% rispetto a quelle che mangiavano solo un pezzo di cioccolato alla settimana.
I ricercatori hanno confermato lo stesso collegamento tra cacao e minore rischio di preeclampsia per il consumo di cacao nel primo trimestre (anche se la percentuale di rischio scendeva solo del 19%).
Semaforo verde, quindi, al cioccolato, purché sia assolutamente fondente, altrimenti la quatità di teobromina rischia di essere minore a tutto vantaggio di zuccheri e calorie che di certo non fanno bene in gravidanza!